5 settembre 2009

Chéri (S. Frears, 2009)

Parigi, inizi Novecento. I lussi della Belle Époque rendono le cosidette cortigiane (prostitute di alto livello) alcune fra le donne più ricche e più potenti di Francia. Accompagnate da uomini ricchi e facoltosi (giovani e vecchi), grazie al loro fascino e alle loro "arti" ottengono fama e prosperità.

Stephen Frears e Michelle Pfeiffer si ritrovano dopo il grande successo de Le realzioni pericolose. Nuovamente un film in costume, ma la storia è meno trascinante.

La Pfeiffer ruba la scena a tutti gli altri: come sempre perfetta nei meravigliosi abiti dell'epoca, bellissima e con uno sguardo tanto espressivo da sembrare magnetico.

Il film parte bene, con ironia e con gli ormai famosi dialoghi al vetriolo tipici del genere; nella parte centrale si adagia un po' fino a diventare noioso, per terminare con una massiccia dose di malinconia che colpirà soprattutto le spettatrici donne: nonostante la sua immensa bellezza e ricchezza, Léa (M. Pfeiffer) non avrà una vita felice e dovrà continuamente confrontarsi con gli anni che passano e con gli amori impossibili.

Voto: 6

Videocracy - Basta apparire (E. Gandini, 2009)

L'Italia del Presidente Silvio Berlusconi vista attraverso le trasmissioni televisive, i personaggi più famosi del jet set e le illusioni di un giovane che vuole diventare famoso a tutti i costi.

Questo film a noi Italiani non dirà nulla di nuovo, ma essendo una produzione svedese avrà una distribuzione che contribuirà almeno alla riflessione internazionale su alcuni aspetti della situazione italiana.

Chi la pensa come me (sono in pochi... il 30% degli italiani?) uscirà dalla sala cinematografica profondamente depresso. Però ero soddisfatta che si fosse dato finalmente rilievo a quello che io ho sempre sostenuto a proposito dell'Italia e degli italiani. Berlusconi, grazie al suo enorme potere mediatico, ha costruito negli ultimi decenni (e sottolineo DECENNI) un'Italia a sua immagine e somiglianza (mi ricorda qualcuno...). Un'Italia che lo vota perché si sente uguale a lui o vorrebbe diventarlo presto. Se mi guardo in giro per strada o, peggio, se accendo la TV vedo uomini come lui: volgari, arroganti, presuntuosi, ossessionati dalla perfezione (solo) estetica, amanti del cattivo gusto e del lusso sfrenato, assoggettati al sesso e sessisti.

Riccardo, il ragazzo preso a simbolo di quest'Italia allo sbando, crede di avere talento e non si accontenta di fare il semplice operaio. Lui vuole belle donne, fama e ricchezza, i suoi miti sono il Presidente e i personaggi televisivi che lui stesso ha creato.

Ed Erik Gandini non si fa sfuggire delle interessanti, quanto inedite, interviste a Lele Mora e Fabrizio Corona i quali svelano, con la guardia più abbassata del solito (trattandosi di una produzione svedese), delle realtà agghiaccianti. Mora, circondato dal candore della sua villa in Costa Smeralda, dichiara di essere un convinto fascista tanto da avere il cellulare che suona con "Faccetta nera" (con sfondo di svastiche e altri simboli nazi-fascisti). Corona, oltre a mostrarsi completamente nudo alle telecamere, dichiara di essere un Robin Hood moderno che ruba ai ricchi (a detta sua stupidi e superficiali) per dare a se stesso, invece che ai poveri. Ma complimenti!

Voto: 8

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