4 novembre 2009

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo (T. Gilliam, 2009)

L'ultimo film di Health Leadger non poteva che avere successo al botteghino. Io avevo il netto sentore che questo film non mi sarebbe piaciuto, ma non potevo esimermi dal vederlo. Viene catalogato all'interno del genere fantastico ed io aggiungerei onirico, surreale e digitale. La bellezza dei paesaggi e dei personaggi nati dalla mente (dietro lo specchio) di Parnassus non salvano, però, il film da un giudizio negativo. La trama è contorta, i personaggi principali sono stereotipati e la sensazione generale è solo di un gran fracasso. Terry Gilliam dovrebbe sapere alla sua età che il troppo storpia.

Voto: 4

8 ottobre 2009

Cosmonauta (S. Nicchiarelli, 2008)

Susanna Nicchiarelli racconta nella sua opera prima l'adolescenza di Luciana, vissuta tra l'impegno comunista e i primi amori.

Cosmonauta è un'ottima opera prima ambientata negli anni '60, gli anni della conquista sovietica dello Spazio, gli anni in cui il Pci era il secondo partito d'Italia. Luciana è interpretata da Mariana Raschillà, una liceale romana non professionista, scelta perché un po' goffa, con qualche debolezza fisica, lontana dagli stereotipi del cinema e per questo più reale.

Susanna Nicchiarelli racconta questa storia in modo così personale e preciso da sembrare autobiografico, ma la verità è all'esatto opposto: la regista ha, infatti, studiato in una scuola americana; da ragazza credeva esistessero solo Armstrong e Aldrin, ma durante un viaggio a San Pietroburgo, visitando il museo della cosmonautica, ha iniziato a pensare che altre bambine erano cresciute con altri racconti... e così è nato Cosmonauta. Come dice Arturo, fratello epilettico di Luciana: "Si dice cosmonauta, perché gli astronauti sono gli americani".

Un film delizioso che alterna sapientemente momenti drammatici a momenti da commedia italiana.

E' stato per me un dolce tuffo nell'adolescenza passata. Gli anni dei primi amori, delle prime delusioni, gli anni del fervore politico.

Vorrei sottolineare altri due aspetti che ho molto apprezzato: primo, il coraggio di rivelare il maschilismo di cui sono intrise le sezioni di partito; secondo, la godibilissima colonna sonora composta da grandi successi degli anni '60 rivisitati in chiave contemporanea, che accompagna in perfetta simbiosi molte scene cruciali del film.

P.S.: guardate il trailer perché la scena iniziale in cui Luciana si rifiuta di uscire dal bagno per partecipare alla sua prima comunione è esilarante!

Voto: 8

6 ottobre 2009

La custode di mia sorella (N. Cassavetes, 2009)

Kate Fitzgerald è un'adolescente colpita da leucemia. La sua famiglia combatte da sempre la sua battaglia, al punto da ricorrere all'eugenetica per concepire Anna, figlia minore. Anna ha undici anni ed è stata concepita in provetta per essere donatrice compatibile della sorella malata. Ma un giorno Anna denuncia i genitori e chiede l'emancipazione medica e i diritti sul proprio corpo.

Un film inutilmente strappalacrime costruito per fare piangere dal primo all'ultimo secondo. E' tale il senso di angoscia che si comincia a sperare che la ragazza muoia il prima possibile (consapevoli della finzione cinematografica...). Un film al femminile che esalta le doti drammatiche di Abigail Breslin e fa scoprire quelle di Cameron Diaz (bella anche nella disperazione e a cranio rasato).

Voto: 4

Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans (W. Herzog, 2009)

Un tuffo nel fango delle acque straripate (causa dell'uragano Katrina) che ha invaso le carceri e il destino del poliziotto Nicolas Cage è segnato: un trauma alla schiena che lo renderà claudicante e che lo costringerà all'assunzione di droghe per resistere ai dolori.

Io ho adorato il Werner Herzog di Grizzly Man ed ero fiduciosa nonostante il mio odio profondo per Nicolas Cage. E' stata, invece, una grande delusione. Sapevo che si trattava di un remake (dell'omonima pellicola di Abel Ferrara), ma speravo in un film geniale come solo un regista come Herzog può confezionare. Invece, mi sono ritrovata a guardare un poliziesco convenzionale, se non fosse per le divertenti allucinazioni di cui è vittima Cage, che lasciano trasparire il vero talento del regista. Il resto del film è piatto, senza tensione e lo spettatore si lascia condurre dalle immagini senza alcuna curiosità.

Voto: 4

Il grande sogno (M. Placido, 2009)

Un film corale sugli anni della contestazione studentesca (1968 e dintorni) vissuta da tre personaggi molto diversi.

Qualcuno potrebbe definirlo il "solito film italiano" ed io, in fondo, sono d'accordo. Michele Placido confeziona un sorta di remake de La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana con esiti ben più scarsi. Il film racconta le contestazioni studensche del '68, racconta dei sogni e delle utopie di una generazione di giovani contestatori.

Riccardo Scamarcio è il più bravo dei tre grazie anche ad un ruolo che sembra cucito addosso a lui. Jasmine Trinca si dà al nudo ma rimane un po' sottotono. Luca Argentero (bello bello bello) è imprigionato in un personaggio senza anima e senza spessore.

In alcune scene il doppiaggio è pessimo.

Voto: 5

Whatever Works - Basta che funzioni (W. Allen, 2009)

Boris Yelnikoff, un tempo fisico di fama mondiale ed ora uomo anziano cinico, ipocondriaco, paranoico, misantropo, è in lotta con il mondo. Finché, un giorno, non incappa in Melody, una giovane miss di provincia che è fuggita nella Grande Mela e dorme in strada.

Il grande Woody torna a Manhattan e abbandona la sua musa Scarlett Johansson. Per interpretare i suoi personaggi sceglie l'attore comico Larry David molto famoso in America e la giovane Evan Rachel Wood, che anche nella vita reale sembra preferire partner molto più grandi di lei.

Il vecchio Boris è il perfetto alter ego di Allen, con tutte le sue paranoie e le sue battute al vetriolo. Mentre Melody è la perfetta ragazza di provincia, scemotta e superficiale.

Il film però sembra già visto. Anche se si ride spesso, manca quel guizzo che era invece ben presente in Vicky Cristina Barcelona.

P.S.: vogliamo parlare di quant'è brutta questa locandina?!

Voto: 6

The informant! (S. Soderbergh, 2009)

Mark Whitaker è un lato dirigente dell'azienda agroalimentare ADM. Nonostante la sua propensione alla bugia, Mark diventa informatore dell'FBI per smascherare le irregolarità della multinazionale per cui lavora. Soderbergh racconta una storia vera e si affida alla bravura di un Matt Damon ingrassato e trasformato nel perfetto borghese americano. Dal trailer avevo capito che si trattasse di una commedia divertente, ma questo è vero solo in parte. Forse sono io a non aver capito il film, ma a me non è piaciuto. Sono andata avanti nella visione un po' annoiata e molto disinteressata.

Voto: 5

5 settembre 2009

Chéri (S. Frears, 2009)

Parigi, inizi Novecento. I lussi della Belle Époque rendono le cosidette cortigiane (prostitute di alto livello) alcune fra le donne più ricche e più potenti di Francia. Accompagnate da uomini ricchi e facoltosi (giovani e vecchi), grazie al loro fascino e alle loro "arti" ottengono fama e prosperità.

Stephen Frears e Michelle Pfeiffer si ritrovano dopo il grande successo de Le realzioni pericolose. Nuovamente un film in costume, ma la storia è meno trascinante.

La Pfeiffer ruba la scena a tutti gli altri: come sempre perfetta nei meravigliosi abiti dell'epoca, bellissima e con uno sguardo tanto espressivo da sembrare magnetico.

Il film parte bene, con ironia e con gli ormai famosi dialoghi al vetriolo tipici del genere; nella parte centrale si adagia un po' fino a diventare noioso, per terminare con una massiccia dose di malinconia che colpirà soprattutto le spettatrici donne: nonostante la sua immensa bellezza e ricchezza, Léa (M. Pfeiffer) non avrà una vita felice e dovrà continuamente confrontarsi con gli anni che passano e con gli amori impossibili.

Voto: 6

Videocracy - Basta apparire (E. Gandini, 2009)

L'Italia del Presidente Silvio Berlusconi vista attraverso le trasmissioni televisive, i personaggi più famosi del jet set e le illusioni di un giovane che vuole diventare famoso a tutti i costi.

Questo film a noi Italiani non dirà nulla di nuovo, ma essendo una produzione svedese avrà una distribuzione che contribuirà almeno alla riflessione internazionale su alcuni aspetti della situazione italiana.

Chi la pensa come me (sono in pochi... il 30% degli italiani?) uscirà dalla sala cinematografica profondamente depresso. Però ero soddisfatta che si fosse dato finalmente rilievo a quello che io ho sempre sostenuto a proposito dell'Italia e degli italiani. Berlusconi, grazie al suo enorme potere mediatico, ha costruito negli ultimi decenni (e sottolineo DECENNI) un'Italia a sua immagine e somiglianza (mi ricorda qualcuno...). Un'Italia che lo vota perché si sente uguale a lui o vorrebbe diventarlo presto. Se mi guardo in giro per strada o, peggio, se accendo la TV vedo uomini come lui: volgari, arroganti, presuntuosi, ossessionati dalla perfezione (solo) estetica, amanti del cattivo gusto e del lusso sfrenato, assoggettati al sesso e sessisti.

Riccardo, il ragazzo preso a simbolo di quest'Italia allo sbando, crede di avere talento e non si accontenta di fare il semplice operaio. Lui vuole belle donne, fama e ricchezza, i suoi miti sono il Presidente e i personaggi televisivi che lui stesso ha creato.

Ed Erik Gandini non si fa sfuggire delle interessanti, quanto inedite, interviste a Lele Mora e Fabrizio Corona i quali svelano, con la guardia più abbassata del solito (trattandosi di una produzione svedese), delle realtà agghiaccianti. Mora, circondato dal candore della sua villa in Costa Smeralda, dichiara di essere un convinto fascista tanto da avere il cellulare che suona con "Faccetta nera" (con sfondo di svastiche e altri simboli nazi-fascisti). Corona, oltre a mostrarsi completamente nudo alle telecamere, dichiara di essere un Robin Hood moderno che ruba ai ricchi (a detta sua stupidi e superficiali) per dare a se stesso, invece che ai poveri. Ma complimenti!

Voto: 8

16 giugno 2009

I Love Radio Rock (R. Curtis, 2009)

Nella rigida Inghilterra della metà degli anni '60 le uniche radio che trasmettevano musica rock e pop 24 ore al giorno erano le radio pirata. E Radio Rock era una di queste.

Richard Curtis è una garanzia di divertimento. Dopo i deliziosi Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill (autore) e Love Actually, il regista firma questa commedia divertente, emozionante, scanzonata e fracassona! In una parola... ADORABILE!

Radio Rock è una radio pirata la cui sede è una grande nave ancorata nel Mare del Nord. Nessuna donna a bordo (tranne la cuoca lesbica), solo uomini dj amanti del rock, delle donne e della trasgressione.

Inutile dire che la colonna sonora è bellissima, un revival degli anni più floridi della storia della musica.

Un film sulle libertà: di espressione, sessuale, di costume...

Philip Seymour Hoffman è eccezionale!

Voto: 8

11 giugno 2009

Vincere (M. Bellocchio, 2009)

La vita del giovane Benito Mussolini si intreccia casualmente con quella di Ida Dalser. Il loro amore passionale condurrà lui al successo e lei alla disperazione.

Un film d'autore. Bellissimo ed intenso. Una prova superata a pieni voti sia per Filippo Timi che per Giovanna Mezzogiorno.

Una storia che abbraccia decenni indimenticabili della storia d'Italia e racconta la vicenda straziante di una donna abbandonata. Immagini "futuristiche" si intrecciano a documenti dell'epoca. Alcune scene valgono da sole il biglietto!

Voto: 8.5

Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito (A. Fontaine, 2008)

La storia di Coco Chanel, dalle umili origini allo splendore parigino.

Audrey Tautou veste molto bene i panni di Gabrielle-Coco. Il brutto anatroccolo vestito da uomo diventa, grazie alla scoperta dell'amore, la donna più elegante di tutti i tempi. Un mito intramontabile della moda e del gusto.

Il film non ha nessun particolare guizzo, se non nelle poche scene in cui Coco si dedica all'arte del cucito.

Voto: 6.5

Uomini che odiano le donne (N. Arden Oplev, 2009)

Un thriller tratto dall'omonimo romanzo di Stieg Larsson, fenomeno editoriale mondiale del 2008.

Questo film mi ha fatto ricordare il perché io non vada mai a vedere i film thriller. Tranne qualche raro caso, mi trovo davanti a film inutilmente violenti e banalmente appassionanti. In questo caso si aggiunge una valanga di luoghi comuni e la mano di un regista mediocre.

Dato il successo del libro da cui è tratto, non so se il film sia la bruttissima copia di un capolavoro.

Voto: 4

Terminator Salvation ( McG, 2009)

John Connor (Christian Bale) è finalmente a capo della resistenza contro le macchine.

Visto per "gentile costrizione" del mio fidanzato, ritornato bambino per l'occasione.

Il film coinvolge con un ritmo sempre serrato e un racconto ben cucino. Peccato che a me mancassero tutti i precedenti episodi, quindi credo di non aver colto pienamente tutto. Gli effetti speciali sono notevoli, così come gli uomini e le donne del cast (tutti bellissimi!).

Voto: 6

20 maggio 2009

Angeli e Demoni (R. Howard, 2009)

Il film, tratto dal best seller di Dan Brown (precedente ad Il Codice Da Vinci), racconta gli intricati e loschi rapporti tra Chiesa e Scienza.

Qualcuno pensava che peggio de Il Codice Da Vinci non si potesse fare (a me invece non era dispiaciuto). Ma, a parer mio, dovranno ricredersi perché Angeli e Demoni è più brutto. Ciò significa che è meno graffiante, meno carico emotivamente, meno coinvolgente. Non si può paragonare il fascino di una presunta storia d'amore tra Gesù e Maddalena con gli screzi millenari tra Scienza e Chiesa! Il paragone non regge proprio!

Neanche Robert Langdon (Tom Hanks) è lo stesso, questa volta risolve gli enigmi in modo sbrigativo senza nessun particolare sforzo cognitivo, e questo inevitabilmente pone l'accento sugli aspetti di fiction.

Ayelet Zurer (studiosa che lavora a Ginevra per la creazione dell'antimateria), non avendo il fascino e il carisma di Audrey Tautou, rimane confinata in un ruolo marginale e abbastanza inespressivo.

Ewan McGregor nei panni del Camerlengo mi è parso davvero ridicolo, quindi assolutamente bocciato.

Questa volta i presunti attacchi alla Chiesa cattolica, che avrebbero costretto Ron Howard e la produzione alla realizzazione digitale della Città del Vaticano a causa dei negati permessi di ripresa diretta, sono davvero blandi. A me è sembrato, anzi, di assistere ad un film strettamente legato e rispettoso dei canoni e dei simboli cattolici.

Per finire, devo dire che la tensione non arriva mai alle stelle (tranne che nella scena degli archivi vaticani) e il finale è abbastanza prevedibile. Difetto non da poco per un thriller complottistico.

Voto: 4

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