15 gennaio 2012

La talpa (T. Alfredson, 2011)

Londra, 1973. Il Circus (servizi segreti britannici) viene scosso dal violento fallimento di una missione in Ungheria. Il capo, Controllo (John Hurt), e il suo fidato collaboratore, George Smiley (Gary Oldman), sono costretti alle dimissioni. A quest’ultimo, però, verrà affidato in segreto il duro compito di scoprire l’identità di una talpa filosovietica infiltrata ai vertici del Circus.

Definirlo thriller è davvero un errore (vedi citazione sulla locandina). Si tratta piuttosto della classica storia di spionaggio, e come tale necessita di parecchio caffè e concentrazione prima di iniziarne la visione. Forse però Alfredson ha un po’ esagerato. Non puoi distrarti un attimo, devi quasi prendere appunti per seguire l’intricata vicenda: devi ricordare nomi, luoghi e date senza possibilità di errore. Il primo tempo tesse la fitta trama della tela e il secondo tempo a poco a poco la sfila fino ad arrivare al bandolo della matassa. Ma che fatica! Sembrava che all'uscita dalla sala ci attendesse un valutatore di attenzione/intelligenza/logica per dare a ogni spettatore il voto che meritava sulla base di quanto aveva capito della trama e dell'intreccio.

Un film impeccabile a livello tecnico: ottimi attori (su tutti un Oldman strepitoso!), fotografia vivida e mimetica, ricostruzione storica coerente. Una bolla di sentimenti contrastanti inesplosi che racchiude in sé tutte le strategie e i complotti che segnarono la storia politica dei Paesi coinvolti nella guerra fredda. Bastava forse rendere la sceneggiatura più semplice per ottenere un gran film.

Voto: 6

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